giovedì 8 ottobre 2020

Ti porterò con me

Ti porterò con me
nella mia tasca destra
tra chiavi e monetine
nel tintinnio d'orchestra.

Ti porterò con me
nascosto nella bocca
bagnato di saliva
mentre la lingua schiocca.

Ti porterò con me
nel fondo del calzino
e ti vendicherai
peggio d'un sassolino.

Ti porterò con me
e so che tu verrai
e resteremo insieme
se anche non ci sarai.






martedì 7 luglio 2020

Una cagna

C'è questo cane triste
che in realtà è una cagna,
mi guarda e non si lagna,
chissà quante ne ha viste.

Sovente m'accompagna
lungo le nostre piste,
punta, mi tira, insiste...
corro alle sue calcagna.

Ha i modi della caccia,
ma solo per istinto:
non credo che le piaccia.

E intanto questo cinto
che lega la bestiaccia
è me che tiene avvinto.

Così sospinto,
corro di buona lena
e fiato a malapena.



giovedì 16 gennaio 2020

Veleno

Forse magari cambia. Oppure no:
forse sarà soltanto ormai un'attesa
senza una conclusione, come in chiesa
o al superenalotto o che ne so.

C'è un giorno in cui ti arrendi ad una resa
che avevi lì di fronte già da un po'
e non hai voglia più di ma e però
e non attacchi e neanche stai in difesa.

Guardi, perché la vista è necessaria,
ma ascolti poco e parli pure meno
e non tocchi nessuno e assaggi l'aria.

E proprio mentre bevi quel veleno
capisci che è una storia millenaria.
Ma non sai se t'importa più nemmeno.



sabato 26 gennaio 2019

La neve

Ormai non passa quasi più nessuno
ma questa solitudine non pesa
come la neve quando è ancora illesa
ed ogni suono umano è inopportuno

perché ho guardato il mio colore bruno
la mia paura intrisa di un'attesa
e la mia ansia è diventata resa
così da solo io mi riaccomuno

e nell'assedio bianco della neve
odo il suono mutevole del vento
e della morte ed il suo aspetto lieve

ed è quasi un sollievo il mio tormento
e l'infinito del mio sguardo è breve
e di questo dolore mi contento.



venerdì 7 settembre 2018

Ti ho dato tutto quello che ho potuto

Ti ho dato tutto quello che ho potuto
eppure penso che non sia abbastanza
e resto solo qui col mio tormento
tu resti sola in quella triste stanza
ed io non so se brilli ancora un poco
o se si è già spezzato il filamento
ma venga il buio e assieme a lui la pace
lasciami, mamma, cedi e scappa via
e portati quel pezzo tuo di me
custodirò il rimorso ed il ricordo
dei nostri sguardi: muta tu, io sordo.




lunedì 21 maggio 2018

Abbraccio

E' come una giumenta la mia mano
sotto l'azzurro della tua camicia,
corre selvaggia lungo l'altopiano
nel pascolo che il petto t'incornicia.

E' come una farfalla la mia bocca
sulla tua nuca morbida e odorosa,
vola leggera e quasi non ti tocca
ma sugge il tuo sapore ove si posa.

E come ragni sono le mie dita
dentro l'anfratto della tua cintura
verso una preda già non più sopita.

Tutto il mio corpo cede alla natura
e s'arrende al tuo corpo che l'invita
e nell'abbandonarsi lo cattura.



venerdì 6 aprile 2018

Sera d'inizio aprile

Da solo in una stanza troppo grande
dentro una casa povera di cose
perduta nel silenzio d'una valle
buttata in mezzo a un mondo differente

t'immagino confuso tra la gente
veloce, un poco chiuso nelle spalle,
mentre attraversi strade rumorose
di clacson, di voci, di serrande.

Pure, tra solitudini diverse,
la voce basta a farci stare uniti
e quel bisogno ancora di futuro.

Qui il freddo, come il tempo, è ancora duro
ma arriveranno presto i giorni miti
a consolarci delle cose perse.



mercoledì 10 gennaio 2018

Come un ragazzo

Come un ragazzo che vuol farsi grande
e veste una sua inedita durezza
che gli sta larga come le mutande
sul corpo ancora intriso di magrezza,

e resta zitto, e non fa più domande
e quello che desidera disprezza,
chiude cancelli e tira giù serrande
a riparare la sua timidezza,

ma intanto si prepara alle sue svolte
e come un uccellino sopra il ramo
nascosto tra le foglie, le più folte,

aspetta solo il garrulo richiamo
d'un suo compagno che già vola...
                                                        A volte
così ti vedo, e ancora più ti amo.



domenica 7 gennaio 2018

domenica 17 dicembre 2017

Oi sepolcroi, X

Lamento di Paracùlogo Marpiònide a Eunèbete di Chiaràtos.
X, vv. 540-598

Ove si consuma la tragedia e si consuma il vino.