sabato 2 luglio 2016

Te l'ho detto stasera

Te lo volevo dire già da tempo,
ma i sentieri del cuore sono strani:
un sospiro, un indugio, un contrattempo...
«glielo dirò, glielo dirò domani».

La nostra vita passa nel frattempo,
come sabbia che scorre tra le mani:
càpita ch'io mi svegli nottetempo
senza stupirmi più d'esser lontani.

Te l'ho detto stasera, finalmente,
e se hai capito, io non l'ho capito.
Ma non è questo il punto, onestamente.

Bastava solo dirlo, ed è servito.
Come un sonetto, che non serve a niente
già due minuti dopo averlo udito.

                  ***

Lettore, sei avvertito:
non travisare il senso del sonetto,
ché non è grave quello che gli ho detto!

E' solo un siparietto,
simili a tutti quelli - e sono tanti -
che formano il linguaggio degli amanti.

Del resto andiamo avanti
da quasi cinque lustri, e come tutti
abbiamo giorni belli e giorni brutti.

Tra gl'insidiosi flutti
ci ritroviamo invero assai di rado:
mai visto un uragano, né un tornado!

Si naviga, malgrado
qualche sparuto giorno di bonaccia,
o qualche nebbia, lunga poche braccia.

Non vedo altra minaccia,
se non il mostro, quei che tutti accoppa,
verso cui si veleggia vento in poppa.



2 commenti:

  1. Ma sai... il cervello registra tutto. Ogni parola detta non è mai persa e se ti pare persa, può esserlo per te e non per l'altro. Poi, se la parola origina dal cuore emergerà prima o poi, nella vita dell'altra persona, spesso improvvisamente. Almeno, io la penso così. Le parole non dette, invece, non hanno un destino, un destino di relazione, intendo. Non dire quella parole, specie se è d'amore, non è forse un atto d'egoismo? Scusa Attanasio, ma mi sa che sono un po' contorto stamattina. Ciao! :-)

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  2. Ehi, Bruno, ciao!
    Sei sempre prezioso, e come al solito mi fai riflettere.
    La tua analisi ha centrato in pieno la situazione di cui parlo nel sonetto (anche se ne parlo abbastanza sommariamente, in effetti). Solo che i ruoli sono invertiti: quel che gli ho detto, in realtà, è una specie di rimprovero per delle cose che è LUI a non dire, dandole per scontate; mentre a me farebbe piacere sentirle. Come vedi, è il più classico dei siparietti amorosi (che ho descritto in modo "nebbioso" proprio perché un po' me ne vergogno, evidentemente).
    Però adesso gli dirò che "le parole non dette non hanno un destino" (frase splendida, anche per come suona!) e speriamo che cambi idea!
    Ti abbraccio.

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